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I 10 (s)punti di Stefano Severi

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2024 01:36
10/06/2023 09:50
 
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Piano Marshall

1. 9 giugno 2023: è già ora di guardare avanti e ricostruire. Soprattutto: ne avremo le forze?

2. L’analisi della sconfitta ai playoff è un mero esercizio di retorica visto che tanto non si discosta per nulla da quella del resto del campionato.

3. La lista di chi dovrebbe partire è chiarissima e altrettanto chiare sono le responsabilità di questo fallimento: ne abbiamo parlato più e più volte durante il campionato.

4. Perché la sconfitta di stasera non deve assolutamente sorprendere: era se non scontata almeno prevista e preventivata. Certo, tutti speravamo nel miracolo, ma i miracoli esistono solo nella fantasia.

5. Proviamo quindi a guardare avanti e chiariamo un punto fondamentale: guai a sostenere che si sia trattato di semplice sport. Gli americani fino a questo momento hanno investito diversi milioni di euro in una squadra per la quale non nutrono nessuna forma di attaccamento personale: è puro e semplice business, altroché sport.

6. Quando nel business qualcosa non funziona, si cambia. Soprattutto nella cultura statunitense: il dollaro non guarda in faccia a nessuno.

7. Cosa cambierà quindi nel Cesena? Tutto o forse niente. Dopo un anno e mezzo di montagne russe è lecito avere anche poca fiducia nella proprietà americana.

8. Un dato è certo: come anticipato ormai diversi mesi fa, Lewis padre è in forte rotta con gli Aiello. Il giorno prima della semifinale di ritorno Michael Aiello e Robert Lewis hanno avuto una accesa discussione relativa alla gestione societaria del Cesena Fc.

9. John Aiello in parallelo ha fatto sapere un po’ a tutti che vorrebbe cambiare amministratore delegato, carica al momento ricoperta da Robert Lewis, prima di iniziare a programmare la stagione nuova. Ergo lo dovrebbe fare adesso.

10. Per il momento però sono solo parole e buoni propositi. E il Cesena continua ad avere il fardello di tantissimi contratti pluriennali di giocatori (e di un allenatore) che non meriterebbero la riconferma. Ma che rischiano di rimanere da noi almeno finché il derby a stelle e strisce non sarà terminato.
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08/08/2023 07:33
 
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Ricominciamo

1. E così siamo tornati in campo, laddove tutto si era interrotto: all’Orogel Stadium Dino Manuzzi. Però, sia chiaro, non si ricomincia da zero: si riparte da molto più in basso, dalle macerie lasciate dallo scorso campionato e da un’estate tragicomica.

2. Partiamo da Toscano, tecnico la cui situazione per tanti è simile a quella di Diana a Reggio Emilia un anno fa ma l’unica analogia meritata sul campo è quella con don Abbondio.

3. Gestire lo spogliatoio del Cesena un anno fa non è stato certamente facile con la triade Lewis-Agostini-Aiello: Toscano, senza scendere per l’ennesima volta nel dettaglio dei suoi errori, ha preferito sempre fare la scelta più utile per non scontentare i suoi datori di lavoro.

4. Tale comportamento ha ovviamente irritato la tifoseria che, in generale non lo vede di buon occhio, e che non lo contesta apertamente solo perché sa che per arrivare alla B deve passare ancora una volta dalla strada della convivenza forzata con Toscano. Ma non è certo il modo migliore per iniziare un campionato.

5. Poi c’è Artico, direttore sportivo che a Cesena da diversi mesi si è cercato di screditare anche con il metodo Boffo. Su di lui è stato detto di tutto, a partire dall’importo del contratto alle eventuali percentuali sulle rivendite dei giocatori.

6. Ora Fabio Artico sta operando quasi in solitaria e dal primo minuto del suo arrivo nessuno di quelli che lo accusavano ha mai avuto il coraggio di chiedergli esplicitamente conto di tali accuse. Anche in questo caso i pozzi sono inquinati: ci sarà dietrologia dietro ad ogni cessione o acquisto che magari sul campo non si rivelerà all’altezza.

7. Poi c’è la società. Quale società? Quella di Peter Ciaccia? Chi è esattamente Ciaccia? Quello di un’academy newyorchese che da questa stagione sarebbe dovuta essere affiliata al Cesena Fc? O quella di Jake Puleo della Cesena Entertainment che avrebbe dovuto portare Sanatana al Manuzzi? O quella dei due copresidenti che, come riportato da Il Resto del Carlino, sono uno contro l'altro in una battaglia legale negli Usa?

8. È tutto lì, a portata di pochi click, sul web che conserva e non cancella: quante ne sono state scritte sulle spalle del nostro Cesena e quante promesse non sono state mantenute? È facile da verificare.

9. Ora sembra che abbiamo messo alla porta la famiglia Lewis – soprattutto il presidente che interveniva al seminario di Coverciano su “Calcio sociale. Realtà e prospettive”, non è ironico? Calcio in famiglia sarebbe stato più appropriato, no? – abbiamo cambiato l’Aiello, da John al fratello Michael, quello che avrebbe un patrimonio di trillioni di dollari.

10. Michael Aiello ha parlato con la stampa, con la Curva Mare, e poi è tornato negli Stati uniti. Cosa ci ha lasciato la sua comparsata, la prima mossa ufficiale della famiglia Aiello post Lecco? Promesse, soltanto promesse. Dei “vedremo”, “fidatevi”, “non succederà più” e “non potevamo fare diversamente”. Ma di promesse in un anno e mezzo di proprietà americana ne abbiamo avuto anche troppe. Con tutta questa sfiducia in corpo, iniziamo la nuova stagione.
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#cesenainbolgia
12/08/2023 22:07
 
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Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dagli Aiello

1. Ci ha fatto bene al cuore. Questa partita era importante per noi. Siamo un popolo ferito dai nostri stessi giocatori, preso in giro dalla nostra stessa dirigenza, insomma avevamo bisogno di una serata come questa.

2. Il risultato in fondo interessa poco, abbiamo già avuto modo di sottolineare come sia ridicola questa formula di Coppa Italia pensata per far vincere i più forti – metafora comunque perfetta per questo paese – e altrettanto ridicolo sia l’uso della sala Var nella quale probabilmente si presta più attenzione alle storie Instagram di Chanel Totti che a quello che succede in campo.

3. Poco male, non sarebbe cambiato nulla in campo. Siamo scesi al Dall’Ara con tre ragazzini, Sphendi, Giovannini e Francesconi, che hanno interpretato alla perfezione lo spirito dei 1870 bianconeri nel settore ospiti, giocando senza paura e con tanto, tantissimo orgoglio.

4. Di più non potevamo fare e non potevamo chiedere. Ma, come detto all’inizio, questa sera è stata una medicina un po’ per tutti noi. Per tornare a rivivere quello spirito di gruppo che anni di mediocrità hanno soffocato ma non scalfito.

5. In Curva San Luca ieri c’era gente che non si vedeva in trasferta da una vita. Vecchie e nuove leve, ultras di ieri e di oggi, famiglie, gente comune: il ritorno a Bologna è stata una specie di chiamata alle armi, per far vedere a tutti quanto bello sia la Romagna.

6. I quasi duemila di ieri sera, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti, valgono i 10mila del Manuzzi. Il fattore 5 è giustificatissimo: un caldo venerdì d’agosto ha regalato alla Romagna un ricordo del passato glorioso e un anticipo di futuro. Di ciò che per forza di cose dovrà necessariamente tornare ad essere, quando il karma avrà ristabilito l’equilibrio universale.

7. Adesso guardiamo avanti, a queste tre settimane senza partite ufficiali: in precampionato si tratta di una vera e propria era geologica. Le novità importanti sono attese sia a livello societario che di calciomercato.

8. A livello di rosa questa squadra è già stata rafforzata con tutto quello che ci è mancato un anno fa, ovvero con due veri portieri. Già questo miglioramento ci pone un gradino più in alto di un anno fa.

9. Qualche altro rinforzo, tra centrocampo e attacco, ci permetterebbe di puntare ancora più in alto ma il vento è cambiato rispetto a dodici mesi fa ed accrescere ulteriormente il già esagerato monte ingaggi della squadra non faciliterebbe di certo il passaggio di quote societarie a nuovi proprietari, progetto a cui gli Aiello lavorano ormai da mesi.

10. Finirà quindi presto il regno americano su Cesena? Fare previsioni in questa fase significa avere alte probabilità di doversi auto-smentire a tempo record quasi come Salvini con Topolino. Ok allora, non abbiamo previsioni da offrire, solo speranze. Forti e concrete speranze che qualcosa si muova, a breve. Senza che questo però ci renda in alcun modo tranquilli. Perché quello tranquillo non è che poi abbia fatto un gran bella fine.
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#cesenainbolgia
04/09/2023 16:29
 
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Avevamo basse aspettative, però...

1. Cesena al 3 settembre 2023 ha una serie di problemi: tra i più rilevanti ci sono una società assente (o presente solo in videoconferenza) e, ovviamente, Domenico Toscano.

2. Toscano è un problema perché ha una confusione tattica in testa che la camera di un adolescente è più ordinata. Difficile per Artico fare mercato con uno che si alza la mattina con un’idea e la sera ne ha altre tre diverse. Stasera in campo abbiamo visto di tutto.

3. Toscano è un problema perché non conosce né la condizione fisica né il valore tecnico dei propri giocatori e sbaglia clamorosamente la formazione iniziale. Al fischio d’inizio si è vista gente che si sarebbe dovuta trovare in Sardegna per motivi esclusivamente turistici.

4. Toscano è un problema perché non ha personalità e non la sa conseguentemente trasmettere alla propria squadra. Che razza di primo tempo abbiamo disputato contro l’Olbia? Timorosi, contratti, molli… uno spettacolo imbarazzante come non si vedeva forse da Fermo un anno fa.

5. Avevano basse aspettative, però… che Toscano non avesse una grande personalità lo sapevamo da quando ha fatto giocare Lewis titolare ma dopo l’amara lezione del Lecco e dopo i discorsi di questa estate legittimamente pensavamo di trovare un allenatore migliore.

6. La società assente è il secondo problema. Perché così facendo si scarica tutto sulle spalle del direttore sportivo, unico chiamato a metterci la faccia. E non basta che Pubblisole corra ai ripari proponendo un nuovo addetto stampa e rilanciando la trasmissione del lunedì sera: non sono i canali di comunicazione a mancare ma il contenuto.

7. C’è chi si straccia le vesti per un calciomercato deludente. Ma davvero Toscano avrebbe saputo inserire Mosti nei propri schemi? Ma siamo sicuri che a questa squadra manchi un trequartista o comunque uno dai piedi buoni da fare giocare in avanti?

8. Certo, a tutti piacerebbe prendere giocatori di serie B e portarli all’Orogel Stadium per cercare di vincere il campionato in carrozza: poi però basta sbagliare una virgola, tipo far giocare in porta il figlio del presidente, e i giocatori di serie B non servono più a nulla. La serie B deve essere prima di tutto nella testa di chi fa la formazione e la mette in campo.

9. Per chiudere il discorso mercato: Francesconi, Giovannini e Berti non sono mica stati venduti. Stasera il loro ingresso ha impresso una svolta nella partita. Certo, non l’hanno ribaltata: non è giusto e non è lecito chiedergli i miracoli ma il loro impatto è stato decisamente superiore a quello dei turisti del primo tempo.

10. Opinione impopolare: con questa rosa Fabrizio Castori arriverebbe primo senza problemi.
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18/09/2023 10:32
 
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Coccarda di partecipazione schedinaincuore 2022/2023
Meno male che Luca c'è

1. Prima di tutto parliamo di Luca Lewis. È stato un po’ un déjà vu: la sua squadra gioca bene, non demerita ma ogni tiro che arriva in porta si trasforma in gol.

2. Per carità, tutte conclusioni imparabili, tutti gol che non avrebbe evitato nemmeno Donnarumma (il nostro). E poi il vero talento si vede nei dettagli: nel finale i suoi rinvii senza senso regalano metri preziosi al Cesena e uno di questi rischia di mandare in porta Berti per l’1-3 anticipato.

3. Ragazzi, noi questo lo abbiamo schierato titolare in una rosa da svariati milioni di euro per vincere il campionato. E facendolo abbiamo perso il portiere titolare. E al suo posto ne abbiamo preso un altro scarso come Lewis. E l’allenatore artefice di tutto ciò è ancora sulla nostra panchina.

4. Va bene, parliamo di Toscano: stasera la partita è stata vinta grazie ai suoi cambi. Il Cesena ha una rosa estremamente più costosa di quella del battagliero Pontedera e finalmente nella ripresa gli ingressi dalla panchina hanno spostato decisamente gli equilibri. Non alla Bonucci.

5 La scelta di sostituire Corazza e non Ogunseye, tenere Sphendi fuori fino al novantesimo, gettare Kargbo nella mischia nel momento caldo della partita: nel secondo tempo Toscano si è ricordato di essere un allenatore di calcio e ha azzeccato tutte le mosse.

6. Certo, poi bisogna parlare del vuoto cosmico del primo tempo, gol (piuttosto casuale) a parte. Il Cesena dei primi 45 minuti, o perlomeno il Cesena visto fino al gol del pareggio, grida vendetta.

7. Quella vista a Pontedera, così come quella dell’esordio sardo, è una squadra che riflette la personalità del proprio allenatore. Nei momenti di difficoltà, quando la sfera scotta, non c’è nessun leader in grado di proporsi in mezzo al campo per mantenere il pallino del gioco, difendere il possesso palla e far respirare i compagni.

8. Gli unici che hanno dimostrato di poterlo e saperlo fare in questo inizio di stagione sono i giovani: Berti, Giovannini e Francesconi. Ma non è nemmeno giusto caricarli già di eccessive responsabilità.

9. Lo schema del Cesena quando c’è da soffrire è semplicemente uno: chiudiamodi dietro che ci pensano Ciofi, Pestria e Silvestri. E molto spesso funziona egregiamente, soprattutto quest’anno che abbiamo anche un portiere, e non un semplice cinesino, tra i pali (al netto della prestazione non perfetta di stasera di Pisseri).

10. È poco, è troppo poco per una squadra che deve assolutamente vincere il campionato per guardare con meno paura alle scadenze economiche future. Sono stati fatti passi avanti rispetto all’Olbia? Sì, sul piano della condizione fisica. Sul piano del gioco? Giudicate voi.
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20/09/2023 23:27
 
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Meglio un pallone in curva che un marchigiano alla porta?

1. Alzi la mano chi aveva creduto a Toscano quando, nella conferenza stampa della vigilia, aveva assicurato che “abbiamo margini di crescita incredibili”. Pochi, pochissimi, forse nessuno, anestetizzati come siamo da un anno di chiacchiere inutili e promesse disattese.

2. Invece una crescita c’è stata, e per il momento piuttosto lineare. Crescita atletica da Olbia a Pontedera, crescita tattica dalla trasferta toscana a questa sera. In attesa di capire dove potrà arrivare questa squadra, per stasera va bene così.

3. Lo scopriremo presto: il calendario delle prossime settimane è davvero tosto e darà modo al tecnico calabrese di ruotare a fondo la propria rosa, dando una possibilità a (quasi) tutti, e ci permetterà di valutare questi presunti “margini di crescita” di cui sopra.

4. Il passaggio da Pontedera ad Ancona è stato piuttosto lineare: conferma in blocco dell’11 titolare che almeno in Toscana aveva dato idea di solidarietà pur senza pungere e cambi ancora una volta azzeccatissimi.

5. Per una volta siamo stati bravi a passare in vantaggio su palla inattiva – sbloccare una partita su calcio d’angolo è qualcosa di meraviglioso – e abbiamo incredibilmente sfruttato gli spazi che i marchigiani ci hanno concesso.

6. Tutto fin troppo facile, sembrerebbe. In ogni caso per nulla scontato: se il Pontedera ci aveva recuperato un gol, stasera l’inerzia della partita è stata sempre a nostro favore.

7. Chissà poi come si sono visti i gol in Curva Mare, soprattutto i tre giunti sotto il settore più caldo dello stadio, con quelle reti orribili che gridano vendetta e che riportano l’Orogel Stadium Dino Manuzzi indietro nel tempo.

8. La cosa che più colpisce di tutta questa vicenda kafkiana – 4 palloni persi a partita non incideranno a bilancio più del triennale a 80 mila euro netti a Calderoni o a quello da 100 mila a Luca Lewis – è la raffica di fake news per ammorbidire la pillola.

9. Dopo che ne avevamo parlato per la prima volta il 25 agosto sul nostro canale Telegram, per placare le proteste dei tifosi si veicolò la notizia delle “reti smontabili a fine riscaldamento”. Forse si è fatta confusione, le reti smontabili sarebbero dovute essere quelle di Villa Silvia 2, è stato un errore in buona fede.

10. Va bene, stasera ci godiamo questa bella vittoria e in attesa che Michael Aiello finisca di fare spending review su ogni singola voce del bilancio prima di trattare veramente la cessione societaria (Plt holding in prima fila tra gli interessati?) proviamo a guardare avanti. Senza successi sul campo il vascello Cesena non supererà la tempesta.
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24/09/2023 16:22
 
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L'ascesa dei ragazzi che non hanno mai pagato in Lire

1. Personalità. Visione di gioco. Acume tattico. Tre doti che contraddistinguono i ragazzini terribili del Cesena. Sphendi (classe 2003), Francesconi 2004), Berti (2004) su tutti, ma anche Pierozzi (2001) e Giovannini (2005).

2.A Cesena, anzi a Martorano, siamo ovviamente tutti contadini e se c’è una cosa che la terra ci insegna è che ogni stagione ha i suoi frutti e ogni frutto ha i suoi tempi. È così anche per questi ragazzi: questo campionato deve essere la loro stagione.

3. Per Cristian non lo era il campionato scorso, quando persino il fratello Stiven ha dovuto segnare una barca di gol per spiegare a Toscano che la posizione migliore di Ferrante era la panchina. Non lo era per Berti, mandato in Primavera a Firenze perché il Rommel calabrese non aveva idea di come poterlo usare e non lo era per Francesconi e Giovannini, dimenticati nei meandri delle giovanili (di loro se ne accorgevano gli scout di altre squadre ma non i nostri).

4. Stasera non si poteva fare diversamente. Persino Toscano si è reso conto che, grazie ad un mercato in cui magari non sono arrivate tutte le zavorre da lui richieste – tipo Bianchi, per intenderci – non avrebbe avuto altra soluzione che far giocare i ragazzini. E li ha fatti giocare. Anche se in cuor suo – e su questo parla la sua storia a Cesena – avrebbe preferito ad affidarsi a uomini d’esperienza.

5. Ne è nato il Cesena più bello da quando è seduto sulla panchina bianconera. Un Cesena quadrato e offensivo ma non spavaldo, una squadra pronta a verticalizzare e a superare in velocità le linee avversarie, in grado di recuperare velocemente palla e andare all’attacco. Senza praticamente soffrire mai in difesa.

6. Grande Toscano, grandissimo Toscano: le sue scelte hanno permesso di trasformare la partita di stasera in un allenamento. Era così che sarebbe dovuta andare – del resto giocavamo contro una squadra che schiera Calderoni titolare, quindi nulla di serio – ed è così che è andata.

7. Fermiamoci però per un attimo a riflettere su Sphendi, Berti, Francesconi e Giovannini: quattro prodotti del settore giovanile stasera in campo. Un vivaio sempre fiore all’occhiello del Cesena. Già, peccato però che appena cinque anni fa si sia ripartiti da zero.

8. Poi è arrivato il Martorano. Che ha fatto rinascere la prima squadra e anche il settore giovanile. Che due anni fa, prima di passare la mano agli americani, ha fatto sapere a tutta Italia che il Cesena aveva il miglior settore giovanile di tutta la terza serie (due titoli italiani di C, vittoria del campionato Primavera 2 e relativa Supercoppa).

9. Due anni più tardi il Cesena non solo è vivo, ma è anche in grandissima forma, grazie al lavoro dei vecchi soci nel settore giovanile. Pensate a cosa sarebbe potuto succedere se non avessimo avuto a disposizione queste risorse fatte in casa, specie dopo un mercato all’insegna della spending review.

10. Avremmo preso nel migliore dei casi degli altri Bianchi, Brambilla, Calderoni o Mercadante (dove sono quelli che si stracciavano le vesti per la sua partenza?). Gente che piuttosto che fare una verticalizzazione mette la palla in tribuna. Gente che piace al nostro allenatore, eh. Ma, pazienza, stasera hanno giocato i nostri.
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28/09/2023 20:27
 
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Per Federico

1. Federico Aldrovandi era uno studente che oggi avrebbe avuto 36 anni. Invece lunedì scorso sono passati 18 anni esatti dalla sua morte in un parco di Ferrara: ammazzato di botte, durante un controllo, da quattro agenti di polizia. Stasera in curva Ferrovia tra le tante bandiere spalline ce n’era una con il suo volto. Perché la memoria va coltivata e poi preservata, difesa.

2. Queste sono storie che vanno raccontate: quella di Federico e quella dei tifosi spallini che per anni hanno portato quella bandiera in giro per l’Italia (e che non di rado gli veniva sequestrata all’ingresso). Queste sono le storie che danno un senso al calcio: lo stadio non è un cinema e i tifosi non sono consumatori.

3. Dura farlo capire agli americani, lo so. A Ferrara ci hanno provato sabato scorso, con due parole non proprio amichevoli a Tacopina sotto il diluvio. A Cesena siamo ancora un bel po’ condizionati dai risultati, ma in attesa della prossima Pec, capiremo anche noi.

4. Veniamo al calcio giocato: questo Cesena è semplicemente stratosferico. Il primo tiro in porta della Spal è arrivato nel recupero mentre, a differenza di un anno fa, il rapporto tra occasioni create e gol fatti è nettamente cresciuto.

5. Il terzo gol sprecato a Lecco resterà per sempre un rimpianto enorme ma Cristian Shpendi sembra davvero un altro giocatore, quasi più forte del fratello: vede la porta come pochi altri, ha un grande senso della posizione e in questo avvio di campionato sta sbagliando pochissimo.

6. Poi c’è Corazza che proprio non ne vuole sapere di abdicare dal ruolo di capocannoniere bianconero e continua a timbrare di continuo: un altro punto di riferimento colossale per questa squadra.

7. La facilità con cui il Cesena è passato in vantaggio dopo pochi minuti nelle ultime due partite è indice anche del salto di qualità mentale compiuto dai bianconeri dopo il 4-0 con l’Ancona. Il ko alla prima giornata aveva riportato alla luce vecchi fantasmi: ora la consapevolezza dei propri mezzi è di nuovo fortissima.

8. Questa squadra, insomma, è forte. Molto forte. Non possiamo prevedere se sarà sufficiente per vincere il campionato perché, come abbiamo purtroppo vissuto sulle nostre spalle, basta veramente poco per rimanere con il cerino in mano.

9. Però queste 4vittorie consecutive nelle prime cinque giornate unitamente ai 15 gol segnati (perfetta media di 3 a partita) e soprattutto al fatto che quest’anno i cambi dalla panchina rinforzano anziché indebolire la squadra, lanciano un chiaro messaggio a tutti: il Cesena c’è.

10. E così deve essere.
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02/10/2023 10:29
 
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Artico romagnolo vero

1. Ha vinto la Romagna.

2. Ha vinto la squadra più rappresentativa, ha vinto la squadra coi tifosi più numerosi e che non vanno in trasferta una sola volta all’anno.

3. Ha vinto la tradizione, la cultura calcistica, il blasone.

4. Ha vinto un popolo intero, da Cattolica ad Imola, da Ravenna a Bagno di Romagna.

5. La vittoria sul campo vale tre punti. Come quella nel derby contro la Spal. Come quella contro l’Ancona, come quella con la Fermana e come quella con il Pontedera. Fuori dal campo ha il valore di una lezione di storia da parte di Alessandro Barbero: spiega cos’è un pallone, come funziona il gioco del calcio, come si fa a fare gol e soprattutto chi ne ha diritto. Ah, spiega anche il fuorigioco.

6. Tributiamo quindi il giusto onore al tifo bianconero al Manuzzi: non siamo arrivati ai livelli delle partite veramente importanti di un anno fa con Reggiana, Vicenza e Lecco, ma anche oggi il colpo d’occhio nella Scala del Calcio di Romagna era impressionante.

7. A questo punto è necessario fare il nome del vero artefice di queste cinque vittorie consecutive, tutte conquistate con valanghe di gol: il direttore sportivo Fabio Artico.

8. Accolto tra illazioni ed insulti – la storia delle percentuali sulle rivendite è degna di Aldo Grasso versus Alessandro Orsini – ha lavorato sempre nell’ombra ed è stato costretto a far il mercato con la società immobilizzata dall’incapacità dei presidenti che offrivano birre.

9. Artico ha ceduto tutte le mele marce – e ce n’erano davvero tante in quello spogliatoio – ha commissariato Toscano quando questi ha rifiutato di andare a Vicenza senza buonuscita, limitandone la testardaggine della passata stagione – e ha portato grandi giocatori arrivati in silenzio.

10. Da Pisseri a Pierozzi, Kargbo e Piacentini fino – persino – a Varone, non sempre perfetto ma decisamente un passo avanti rispetto ai Bianchi e Chiarello di un anno fa. E il trequartista? Quanto è stato crocifisso Artico per la mancanza di un vero trequartista? Oggi questa vittoria è prima di tutto del e per il nostro direttore sportivo.
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Animali umani

1. È difficile, per quanto nostro dovere, parlare di calcio in questi momenti in cui nel vicino Mediterraneo si sta consumando una immane tragedia. Due milioni e mezzo di persone richiuse in una grande prigione, senza acqua, elettricità né cibo, che aspettano solo di morire (o veder morire i propri cari, che è forse peggio) in quanto “animali umani”. Non persone, quindi.

2. È difficile ma stasera ci proviamo lo stesso, forse anche per dare un senso, se non alla nostra colpevole indifferenza, a questo gioco del calcio e a questo Cesena che tanto amiamo: ci arrabbiamo, talvolta stiamo male, ma al triplice fischio la partita finisce e inizia la nostra vita “borghese”. È una fortuna, per pochi.

3. Allora parliamo di questo Cesena, che vince e convince, con buona pace degli esteti del bel calcio. Anzi, chi non si è reso conto che stasera non c’erano proprio gli estremi per il bel calcio - dall'avversario al campo - è meglio che si dedichi ad altro.

4. Un Cesena che la vince ancora una volta con la panchina, vera grande differenza rispetto alla passata stagione. Un anno fa chi entrava a partita in corso spesso risultava inutile o persino dannoso, quest’anno finisce per far la differenza. Con buona pace di chi dice che la rosa non è completa

5. Ecco, parliamo della rosa corta: stasera è entrato David e tutti abbiamo trattenuto il fiato. L’inizio non è facile, una brutta palla regalata in difesa e un cartellino giallo. Poi la tensione si scioglie, il coraggio aumenta e dalla sua parte non si passa più. Magari non sarà ancora pronto per essere titolare ma all’occorrenza è un ottimo cambio.

6. E poi c’è Bumbu, che non è poi abbia combinato molto. A parte il gol. E scusate se è poco. Dove dobbiamo firmare per avere ogni volta un giocatore che entra, sblocca la partita e poi si eclissa? Va benissimo così.

7. Capitolo Kargbo: impressionante. Ha delle fiammate paurose, è forse il giocatore in rosa che più di tutti ha la capacità di spaccare la partita. Avrebbe meritato un posto da titolare? Col senno di poi sì, visto che l’Arezzo aveva impostato tutta la gara sul non gioco e sui duelli fisici, finendo per ostacolare parecchio il Cesena (anche a causa di un Mawuli che nel primo tempo avrebbe meritato almeno un paio di gialli per le sue entrate killer).

8. Però il Cesena ha superato brillantemente anche questo esame: vittoria in casa di una squadra chiusissima, avvezza al fallo e alla provocazione, e per nulla disposta a giocare a calcio. Atteggiamenti legittimi, sia chiaro, e anche meritori: è così che si affrontano quelle più forti. Ma il Cesena è rimasto sempre lucido mentalmente, non è caduto nella trappola e ha meritato i tre punti.

9. Sei vittorie consecutive sono tanta roba. Certo, il calendario non era dei più complicati: se guardiamo alla classifica di stasera, tra le squadre affrontate quella messa meglio è l’Arezzo in decima posizione a pari punti con l’Ancona.

10. Però Pontedera a parte il Cesena ha sempre dimostrato di essere nettamente superiore a tutte le squadre che ha battuto. E non di poco. È un gran bel segnale. Forse non basta per regalarci un sorriso in questo momento tragico ma per 90 minuti abbiamo vissuto con un po’ più di leggerezza. Grazie Cesena. Restiamo umani.
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18/10/2023 16:29
 
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Fino alla Vittoria!

1. E così adesso sappiamo chi è questo Joyce Francesco Anacoura che, grazie al dito medio rivolto alla Curva Mare a fine partita, guadagna un posto nei ricordi dei 9mila spettatori di uno stadio che in futuro vedrà solo in cartolina.

2. Varone ha sbagliato a prendersela per la miseria umana denotata dall’estremo difensore ospite, finalmente protagonista dopo una carriera mediocre e tipica di tante plusvalenze della Juve. Ha sbagliato anche l’arbitro a non ammonirlo per le perdite di tempo ma, deve essere sempre chiaro, la mediocrità e spesso l’inadeguatezza della classe arbitrale in terza serie non possono mai essere attenuanti.

3. Ha sbagliato oggi anche Domenico Toscano a schierare la formazione e, per una volta, persino a fare i cambi. Ma l’errore più grosso del tecnico del Cesena è stato l’aver trasmesso la propria non personalità alla squadra dopo il primo vantaggio.

4. Il Cesena stasera ha giocato solo un tempo, il secondo. Nel quale peraltro ha avuto un blackout inspiegabile in occasione del 2-2, unico tiro in porta degli ospiti della ripresa. Ma sono i primi 45 minuti che gridano vendetta.

5. Toscano ha palesemente sbagliato a preparare la partita. Dopo un buon inizio è arrivato il vantaggio e il Cesena si è fermato, forte delle statistiche che mostravano appena due reti segnate in 7 giornate dal Sestri Levante.

6. Invece il Sestri Levante ha giocato come deve giocare chi ha fame di punti e incomprensibilmente il Cesena è sparito. Dopo l’1-0 i bianconeri hanno completamente lasciato il possesso di palla agli avversari senza nemmeno produrre un contropiede degno di nota. Zero assoluto.

7. Il fatto che il pareggio sia arrivato grazie ad un evidente errore di Pisseri da un lato è ininfluente – il gol era nell’aria – dall’altro riaccende uno dei più grandi incubi recenti dei tifosi bianconeri: Toscano ha scelto il miglior estremo difensore possibile? Avendo Siano e considerando i disastri dello scorso anno la domanda è quantomai scottante.

8. Il Cesena deve imparare tanto da questi due punti gettati al vento: stasera non abbiamo certo perso il campionato ma il campanello d’allarme deve suonare forte, visto e considerato che con il pareggio di Perugia la Torres ha confermato a tutti di valere il primo posto momentaneo.

9. Soprattutto da questo pari inopinato – e si lasci perdere l’arbitraggio totalmente inadeguato – deve imparare qualcosa Toscano. È stata dura accettarlo ancora sulla nostra panchina dopo aver gettato al vento la promozione un anno fa e sarà dura sopportarlo fino a giugno 2024: almeno che il rapporto finisca con la promozione diretta. Obiettivo minimo.

10, E per farlo è opportuno dare spazio a chi se lo merita e non agli amici dei senatori. Saber e soprattutto Bumbu non sono assolutamente da Cesena, soprattutto quando in panchina c’è gente come Francesconi e Giovannini.
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18/10/2023 19:03
 
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Lewis-Toscano, una ferita che fa ancora male




17.10.2023 21:00 di Stefano Severi


Lo avete visto Luca Lewis durante Pontedera-Rimini 4-0? No? Tranquilli, siete in buona compagnia: Lewis junior è stato fatto accomodare in panchina da Max Canzi, allenatore dei toscani. Non è sufficiente il fatto che il Cesena fosse disposto a coprire fino all’80% dello stipendio di Lewis legandolo alle presenze: le prestazioni delle prime 7 giornate, proprio come avvenuto un anno fa in bianconero, lo hanno fatto retrocedere al ruolo di riserva.

A Cesena le scuse non mancarono: il ruolo del padre presidente, le insidie del debutto nel calcio professionistico italiano e le pressioni di una piazza che porta più di diecimila persone allo stadio. A Pontedera tutto questo non esiste: i tabellini della sfida col Rimini riportano 1200 spettatori compresi 50 tifosi ospiti, il padre non è in società e il ghiaccio col calcio italiano è ormai rotto.

Ma tutto sommato Luca Lewis ha solo pensato di poter fare un mestiere per il quale non è assolutamente portato, il portiere. L’unico che ha provato a dire qualcosa, il preparatore dei portieri Flavoni, ha visto chiudersi piuttosto in anticipo l’esperienza al Cesena. È sotto gli occhi di tutti come la questione Lewis sia stata fondamentale nel far perdere un anno fa al Cesena la promozione sia diretta che tramite spareggi.

Di chi è la colpa in ultima analisi di tutto questo? Di Robert Lewis, Stefanelli e Agostini? Certo, ma questi sono stati tutti estromessi da Cesena o relegati a ruoli marginali. Il grande colpevole di tutto questo è Domenico Toscano. Ritenere che dopo un intero precampionato avesse intenzionalmente ritenuto Luca Lewis in grado di essere titolare in una squadra da alta classifica, lo squalifica completamente come tecnico. Lewis ha sempre mostrato – e chi lo ha allenato quotidianamente lo avrebbe dovuto sapere – errori e lacune gravissime nei fondamentali del ruolo del portiere: uscite, posizionamento, rinvii e dialogo con i difensori.

Tutto questo senza voler ovviamente pensare che la scelta di schierare Lewis sia stata imposta, o quanto meno suggerita, dall’alto: comunque la si guardi la figura di Toscano risulta pessima e la sua autorità fortemente sminuita.

La questione Lewis e la mancata promozione rappresentano una ferita ancora apertissima per tutta Cesena che solo un ritorno in serie B in questo campionato potrebbe parzialmente lenire. Con la panchina di Pontedera ora anche i più scettici sono costretti a ricredersi sul valore di Luca Lewis e sulle qualità da allenatore di Toscano.



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

"Siete qui tutti a lagnarvi di Lugaresi, che tutto sommato fa solo la testa di legno della dirigenza, quando Castori ha cacciato via tutti i giovani"

23/10/2023 23:58
 
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Giovedì facciamo i conti

1. Un tiro e un gol. Sembra di essere tornati al campionato scorso, quando in porta si alternavano quello arrogante ma scarso e quello umile ma scarso. E il risultato era sempre questo.

2. Gli errori li fanno tutti, sia chiaro. Oggi attaccanti e centrocampisti di errori, al contrario di Pisseri, ne hanno fatti tanti. Però poi è arrivata anche la prodezza di Corazza, valore aggiunto dell’attacco bianconero. Ecco, è un simile valore aggiunto che si chiede all’estremo difensore bianconero.

3. Detto questo va sottolineato come sia stato l’approccio in generale alla partita ad essere errato. Il Cesena ha pensato di essere al riparo da pericoli con l’1-0: ragionamento che contro questo Pineto sarebbe stato giusto 9 volte su 10 ma non oggi.

4. L’ingresso in campo nella ripresa è stato decisamente molle e il gol è diretta conseguenza di questo approccio mentale deludente. Al contrario abbiamo visto un Pineto che ha lottato con umiltà su ogni pallone, terminando praticamente in ginocchio ma consapevole di aver dato il 110%.

5. E il Cesena? Secondo voi quando ha dato oggi in campo? Probabilmente non più del 50% delle proprie potenzialità. Le sei vittorie consecutive vanno immediatamente cancellate: esistono partite, soprattutto quando le assenze in avanti si fanno sentire, in cui servono gli occhi della tigre.

6. Al tempo stesso non si dica che questa squadra è Sphendi dipendente (o Donnarumma dipendente): bisogna saper vincere le gare anche 1-0, anche soffrendo. Il Cesena almeno un gol a partita in questo avvio di campionato lo ha sempre segnato ma troppo spesso non è riuscito a mantenere la propria porta inviolata.

7. Non dimentichiamoci che il Pineto nell’ultima partita disputata era riuscito a battere proprio quel Pescara che stasera ci ha raggiunto in classifica: non bisogna dare nulla per scontato.

8. Ritorna il discorso della mentalità e della cura dei particolari, soprattutto in fase difensiva. Prestia è un leader, e questo non si discute, ma durante la settimana servirebbe qualcuno che lavorasse di più e meglio con la squadra per evitare certi errori di posizionamento come quello che ha portato al gol del Pineto.

9. La mentalità la vedremo giovedì pomeriggio a Chiavari, in una trasferta ben più insidiosa di quella di oggi: una Virtus Entella che ha finalmente, anche se con ritardo, preso il ritmo e affronterà a viso aperto il Cesena.

10. La conferenza stampa pre partita mercoledì si potrebbe quasi saltare, tanto è facile a gioco fermo fare proclami e promesse. È in campo che bisogna dimostrare di essere veri uomini, sia dal punto di vista sportivo che umano.
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01/11/2023 18:43
 
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Processiamo Netanyahu per crimini di guerra

Il titolo non c'entra niente col pezzo ma non si può nemmeno restare passivi (o ignavi) di fronte al massacro di civili inermi chiusi nel più grande lager del mondo.

1. La partita di stasera ha ricordato, casomai ce ne fosse bisogno, tutte le problematicità delle gestione Toscano.

2. Se durante il filotto di 6 vittorie consecutive lo avevamo elogiato per essere riuscito a vincere le partite con i cambi, stasera si può dire che sia stato fatto di tutto per pareggiarla.

3. L’esperimento di Kargbo centravanti insieme a Corazza è riuscito: l’attaccante della Sierra Leone oltre ad aver spaccato la partita con la sua doppietta, ha tenuto in apprensione la Carrarese grazie alle sue velocissime falcate finchè è rimasto in campo.

4. Quando Toscano lo ha tolto dal campo a favore di un Ogunseye in versione Lukaku, i difensori gialloblu si sono detti: “Qua dietro il lavoro per noi è finito. Saliamo per andare a pressare alto il Cesena”. E da quel momento per noi è stata notte fonda.

5. Quella sostituzione è stata letteralmente suicida.

6. Si potrebbe poi obiettare che uno come Corazza non può giocare con Kargbo al fianco ma per rendere al meglio deve avere due esterni larghi in grado di inserirsi. Allo stesso tempo Kargbo quando può partire dalle corsie laterali risulta molto più devastante di quando giochi spalle alla porta. Però, insomma, quando segni una doppietta tutto passa in secondo piano.

7. Parliamo di Saber? Croce e delizia, stasera. Si è dannato l’anima e soprattutto ha messo in pratica movimenti da manuale per farsi trovare pronto nel vivo dell’azione. Il suo limite è stato non riuscire a concretizzare mai quello che di buono ha creato. Un passo avanti dal punto di vista personale, in attesa che possa (potrà?) dare qualcosa di più concreto alla squadra

8. Altro grosso limite di Toscano: a partita in corso i suoi cambi sono didascalici, non stravolgono mai la squadra ma al tempo stesso non innovano, non cambiano. Un esterno per un esterno, una punta per una punta, un centrale per un centrale.

9. Non tutto funziona però con la carta carbone: magari un Donnarumma entra coi motori a mille e, nonostante David abbia concluso un’ennesima gagliarda prestazione, fa nascere l’azione del 2-0. Berti, invece, ancora una volta schierato fuori posizione, naufraga nel diluvio del Manuzzi.

10. Tralasciano per il momento l’episodio di Ciofi dato in panchina dalla distinta ufficiale e misteriosamente apparso titolare fuori dal tunnel degli spogliatoi, l’ultima menzione di giornata è per Pisseri. L’estremo difensore bianconero ha chiuso l’ennesima partita senza parate pur subendo gol nell’unico tiro in porta: iniziano ad affiorare vecchi ricordi.
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05/11/2023 22:56
 
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Chi si accontenta gode... così così

1. Prima di parlare della partita parliamo di gattini. Tanti gattini, di tutte le età, di tutti i colori, rinchiusi in tanti scatoloni di cartone. Poi lasciati senza cibo né acqua. Poi schiacciati in maniera sistematica, fino a lasciarne solo tracce di carne e sangue misto al cartone degli scatoloni. Insomma, una roba raccapricciante, che solo una mente perversa, uno che odia la natura, può concepire. Farebbe schifo a tutti, genererebbe odio.

2. Bene, è quello che sta succedendo a Gaza. Sostituite ai gattini persone vere. E dall’altra parte mettete un governo per che bocca di un ministro minaccia persino l’uso della bomba atomica. Ok, torno a parlare di calcio, però due spunti su 10 li spendo per denunciare questo atroce crimine: ognuno, nel suo piccolo, deve fare la sua parte. Rompere il silenzio e l’indifferenza.

3. E adesso veniamo alla partita del Barbetti che potrebbe prestarsi a varie letture: quella vittimista, quella eroica e quella neorealista.

4. Partiamo dalla prima, la più scontata e instagrammabile: è tutto un complotto contro di noi, è stato il guardialinee di Pescara a volerci fare un dispetto, ci odiano tutti e i poteri forti non ci vogliono far vincere il campionato. Va bene, mettiamo like e passiamo oltre senza commentare.

5. Lettura eroica: pur giocando un’intera partita in inferiorità numerica, pur subendo tante di quelle botte che sembrava di essere al bar Capriccio, pur avendo contro degli avversari che si tuffavano in area come Cuadrado e Lautaro, siamo riusciti a conquistare un preziosissimo punto in rimonta.

6. Tutto vero, eh. Ma va aggiunto che davanti avevamo il Gubbio di Piero Braglia che schierava King Udoh titolare, non certo il Man Citz di Guardiola con Haaland. Dai, non esageriamo con i toni da Istituto Luce.

7. Eccoci alla lettura neorealista che mette in rilievo anche tutti i nostri difetti al pari dei pregi. Perché, insomma, di cose che non sono andate per il meglio oggi ne abbiamo viste tante. Quella principale: l’agonismo del nostro avversario ha soffocato il nostro indiscutibile maggior tasso tecnico. Esattamente quello che aveva preparato il Gubbio.

8. Ancora una volta abbiamo subito gol, e questo è un limite, perché non è umanamente possibile segnare sempre almeno due gol a partita. Bisogna imparare a portare a casa i tre punti anche con l’1-0 quando non si riesce a dominare.

9. Invece abbiamo avuto paura, tanta paura. Così tanta che il loro gol praticamente ce lo siamo quasi fatti da soli. Poi la rete ci ha scosso, abbiamo avuto un moto d’orgoglio e Adamo ha fatto qualcosa di meraviglioso.

10. Abbiamo lasciato spesso e volentieri la palla al Gubbio che non sapeva cosa farsene. Abbiamo rischiato di vincere, o almeno a conti fatti ci siamo andati più vicino noi che loro. Ma restiamo con l’impressione di non aver fatto abbastanza. Ci siamo accontentati.
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15/11/2023 09:58
 
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Il lusso di poter parlare di calcio

1. Vorrei poter parlare di calcio, solo di questo bellissimo Cesena. Invece ho ancora negli occhi le immagine dei neonati morti nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Shefa di Gaza perché l’esercito israeliano ha lasciato la struttura senza corrente (fonte Unicef). Un crimine degno di Josef Mengele che tormenta il sonno di chiunque abbia il coraggio di non voltarsi dall’altra parte.

2. Il calcio è un lusso: la vittoria, la sconfitta, le polemiche sull’espulsione o sul rigore. Per questo il contrasto su quel che accade all’estremità del Mediterraneo è ancor più terribile. La speranza è che un giorno il 27 gennaio serva per ricordare anche le vittime di questo nuovo nazismo.

3. E come ormai triste tradizione, al terzo spunto iniziamo a parlare della partita di stasera. E iniziamo da un suntuoso Adamo, migliore in campo per distacco, giocatore che rispetto ad un anno fa sembra aver fatto un grande salto di qualità, diventando semplicemente devastante.

4. Il secondo eroe di serata è Donnarumma. Nel momento migliore era stato costretto alla sosta ai box causa infortunio. Il ritorno in campo non è stato semplice e sulla sua strada aveva trovato un David decisamente tosto. Staserà però tra lui e Adamo le corsie esterne sono state regno esclusivo bianconero.

5. Il terzo vincente di questa serata è Toscano: tatticamente non ha creato niente di particolare, la Vis Pesaro era davvero poca cosa, ma per una volta ha gestito il gruppo ottimamente dal punto di vista mentale.

6. Sarebbe stato sin troppo facile cavalcare l’onda lunga di Gubbio, con l’espulsione di Corazza nei minuti iniziali e un possibile rigore non dato al Cesena, per creare rumore attorno alla sua squadra. Invece le polemiche le creano e le sfruttano i perdenti: Toscano in settimana non è mai caduto in questa trappola.

7. La società lo ha protetto – nessun comunicato e nessuna presa di posizione nemmeno dopo la conferma delle tre giornate a Corazza – e il suo silenzio anche di fronte alle provocazioni nella conferenza stampa prepartita ha blindato la squadra.

8. Stasera il Cesena non è sceso in campo pensando a chi mancava o a chi mancherà ma solamente e semplicemente a far gol alla Vis Pesaro. Dal primo minuto. Dalla prima azione. Il Cesena voleva segnare e lo ha fatto. Tanto.

9. È solo il primo atto di una settimana difficilissima, lo sappiamo. Giovedì a Chiavari e domenica pomeriggio con la Lucchese, con appena due giorni di riposo. E senza attaccanti. Ma con un gruppo che ha una dannata voglia di dimostrare di poter arrivare in vetta alla classifica senza leader, con la sola forza del collettivo.

10. E questa sarà la chiave. Il collettivo. Sempre avanti.
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18/11/2023 01:16
 
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Dal fiume al mare, Cesena capolista!
Dal torrente Entella al nostro Adriatico, è tutto bianconero. Almeno per una notte.


1. Dopo tredici partite siamo primi: differenza reti doppia rispetto alla Torres, sei punti sul Perugia e nove sul Pescara. Senza troppi giri di parole: siamo dove dobbiamo essere.

2. Abbiamo vinto la seconda partita consecutiva senza Corazza, ancora una volta non abbiamo preso gol e stasera (come poi accadrà domenica) abbiamo rinunciato a Sphendi e Kargbo. Significa che la rosa è valida.

3. Un vecchio mantra del calcio spiega che i campionati si vincono con le panchine. Avere una squadra titolare fortissima ma essere sprovvisti di rincalzi per i momenti di emergenza è inutile e il Cesena dello scorso anno lo ha dimostrato.

4. Toscano ha dato spazio a tutti: Chiarello titolare, Nannelli gettato nella mischia dopo mesi di sola tribuna, Berti che entra sempre, poi Pieraccini, Pierozzi e praticamente tutti (manca solo Giovannini), compreso Varone.

5. Non tutti hanno risposto secondo le aspettative – il secondo tempo di Chiavari presenta notevoli spunti passibili di miglioramento – ma rispetto ad un anno fa queste rotazioni danno fiducia a tutti e fanno tanto gruppo.

6. Tutto questo ci insegna che è meglio avere un presidente totalmente assente come John Aiello – un po’ come l’interista Zhang – che uno iper presente come Robert Lewis che ha, insieme alla sua cricca e al suo figlio diversamente bravo, letteralmente gettato al vento la promozione e gli 8 milioni spesi nella scorsa stagione.

7. Cosa serve ancora per consolidare questo primato? Saper gestire meglio i momenti di sofferenza, mentre questo Cesena sembra sapere (e volere) solo chiudere le gare segnando tanto più dell’avversario.

8. Pisseri non tocca mai la palla con i piedi e per una squadra tecnica come il Cesena è davvero un controsenso. I bianconeri sono forti sulle fasce ma non è mai l’estremo difensore ad impostare: i compagni non gliela passano mai e quando Pisseri rinvia l’esito è sempre incerto.

9. Il risultato di questo problema è che nelle fasi più concitate sono sempre i difensori a dover sbrogliare la situazione. Pressare i difensori è per gli avversari molto più facile che pressare il portiere e il Cesena va in sofferenza anche in superiorità numerica.

10. È già ora di pensare alla Lucchese e al catenaccio che verrà a fare domenica pomeriggio, con soli due giorni di riposo per il Cesena. Sarà la sfida più difficile delle ultime tre. Avanti bianconeri.
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20/11/2023 02:25
 
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medaglina di legno schedinainbolgia 2021/2022 2022/2023
Toscano libero (da Lewis e Agostini)

1. Bene, anzi benissimo: il 3-0 finale è forse riduttivo per descrivere la differenza tra una formazione dedita solo al catenaccio e allo scontro fisico e un Cesena che mostra di meritare il primato nonostante le pesantissime assenze perché ha un vivaio stratosferico.

2. Partiamo dai fondamentali: Toscano. Sta facendo quello che deve fare, per cui è pagato, ovvero condurre il Cesena alla vittoria del campionato. Tutto il resto è retorica. Fino a quando era fuori bersaglio semplicemente era giusto criticarlo: adesso possiamo attenderlo. E attendere, senza mai abbassare la guardia.

3. Allora perché Toscano un anno fa ha ottenuto solo un secondo posto, una deludentissima eliminazione ai playoff mentre quest’anno riesce a ruotare la rosa, a far emergere i giovani, a far sentire importante tutti gli elementi della rosa e a vincerle quasi tutte?

4. Semplicemente quest’anno può lavorare senza intromissioni di un presidente incompetente e un figlio scarso e raccomandato. Quest’anno può contare su di un mercato fatto da un professionista e non da un dirigente presuntuoso e improvvisato. Quest’anno può lavorare protetto dalle incursioni del circo dei miracoli.

5. Ripensiamo solo ai contratti siglati dal duo Lewis-Agostini, a partire dal triennale a Calderoni (i cross di Donnarumma sono un po’ diversi, eh?) passando dal quadriennale a Frieser fino all’ingaggio di Mercadante. Senza dimenticare la gestione dei portieri. Il Cesena ha vissuto un vuoto gestionale terrificante dalla partenza di Zebi fino all’arrivo di Artico.

6. Artico come prima cosa ha messo a tacere il circo dei miracoli, in un primo momento al servizio della famiglia Lewis, che cercava di proteggere lo status quo opponendosi al suo arrivo in Romagna. Ha protetto Toscano. Ha perfezionato un paio di arrivi di alto livello. E ha puntato i piedi per Berti, rinnovandogli il contratto, anziché lasciarlo inopinatamente partire come fatto dagli incompetenti un anno fa.

7. Perché lo possiamo dire che chi ha lasciato partire Berti a Firenze, col rischio di perderlo per sempre, è un incompetente che non c’entra nulla col calcio? E abbiamo mai sentito o letto scuse, a tal proposito, di chi ancora è a libro paga del Cesena come Agostini?

8. Il lavoro di Artico non è certo finito, sia chiaro. Ci sono ancora alcune possibili bombe ad orologeria presenti nello spogliatoio bianconero che vanno disinnescate al più presto. Giovannini è un talento cristallino che va protetto e la sua sostituzione di oggi sull’1-0 richiederà più di una seduta psicologica per comporre la frattura.

9. Poi il sostituto di Giovannini, ovvero Varone, ha avuto più di qualcosa da ridire verso la panchina: un gesto non passato certo inosservato. Per finire ci sono ancora un paio di rinnovi di giocatori chiave da gestire, con opzione per ritocco al rialzo in caso di promozione in serie B.

10. Ed è per questo che i due Aiello sono giunti in Romagna. Il bilancio 2022/23 è ancora lungi dall’essere formalmente chiuso, c’è da preparare il piano economico in caso di salto di categoria e quello, lacrime e sangue, in caso di permanenza in serie C. Insomma, numeri che scottano: altroché concerti estivi.
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[Modificato da bismark67 20/11/2023 18:19]





"non vorrete fare la fine del Parma?" (giorgino - 3anni e 2 mesi di reclusione - EDIT 3anni 8mesi)
"Il Cesena lo salveremo" (urbini - 1anno e 6 mesi di reclusione)
27/11/2023 15:50
 
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Cambia la storia

1. Quella volta che il Cesena vinse a Pescara: così inizieranno i racconti tra qualche decennio. Perché stasera non si è semplicemente fatta la storia, la si è cambiata.

2. Il Cesena sta facendo finalmente quello per cui è stato costruito: vincere. E lo fa anche bene: segna sempre, gioca a memoria, fa girare la palla con fluidità e cambia facilmente fronte d’azione: in serate come queste è difficile trovare dei difetti alla creatura di Toscano.

3. Allora è lecito godersi questo momento, questa notte in solitaria in testa alla classifica e tessere le lodi ai bianconeri. I menestrelli a Cesena non mancano e lasciamo a loro questo gravoso compito.

4. In questa sede possiamo permetterci il lusso di salire sulla macchina del tempo e fare un salto al precampionato, prima della chiusura del mercato estivo. Quando, cioè, c’era chi sentenziava che il Cesena avrebbe avuto grossi problemi in difesa al primo infortunio e che sulle fasce era scoperto.

5. Agosto è stato un mese davvero difficile da questo punto di vista, con l’immobilismo della società – ricordate gli striscioni appesi un po’ in tutta la Romagna per chiedere chiarezza – e una guerra, a tratti personale, nei confronti del neo direttore sportivo Artico.

6. Oggi abbiamo un pilastro difensivo come Ciofi lungodegente eppure sono quattro partite consecutive (un caso?) che il Cesena non subisce gol e le fasce sono il valore aggiunto di questa squadra per scardinare le barricate avversarie.

7. Poi ci sono i giovani del vivaio che sono letteralmente esplosi: anche in questo caso però bisogna salire sulla macchina del tempo e andare indietro di due anni per ricordare addirittura il parallelo tra Aurelio Manuzzi – all’epoca presidente del settore giovanile – e la dirigenza del defunto AC Cesena per il passaggio di un baby calciatore (ovviamente dovuto alla volontà dei genitori) ad una strisciata.

8. Poco più di due anni dopo il Cesena FC può vantare il miglior vivaio di categoria: non quello che vince trofei giovanile che non contano nulla, bensì quello che contribuisce in maniera più determinante ai successi (sportivi e finanziari) della prima squadra.

9. Attenzione: vietato rilassarsi. Resta la complicatissima chiusura del bilancio (al 30 giugno 2023) e la definizione del futuro societario. Però se da un lato la proprietà americana è sempre stata impeccabile relativamente al pagamento degli stipendi dei tesserati, va riconosciuto che gli è stata consegnata una società che in Italia aveva pochi eguali per solidità e pianificazione economico-sportiva.

10. Pensiero finale dedicato alla giornata contro la violenza sulle donne. Ogni atto violento e machista contro le donne va condannato – lo dicono anche i giornalisti nazionali. Probabilmente però dimenticandosi di citare l’eccezione (che conferma la regola) di violenza ammessa, ovvero quella contro le donne palestinesi. Quelle che in questi giorni sono costrette al parto cesareo d’urgenza senza anestesia. O quelle minorenni nelle carceri israeliane. Ma si sa, nessuno è perfetto.
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03/12/2023 20:26
 
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If I Should Fall from Grace with God

This land was always ours
It was the proud land of our fathers
It belongs to us and them
Not to any of the others

1. La ricreazione è finita. Perché certe cose uno se le lega al dito. E il titolo di un quotidiano di una città a 30 km dall’Orogel Manuzzi che dileggiava la baby formazione scesa in campo martedì in Coppa, non era andato giù alla formazione romagnola.

2. Oggi i baby in campo erano gli altri – peraltro senza i migliori, aggregati ieri sera alla prima squadra da Allegri – ma il Cesena li ha affrontati con il dovuto e necessario rispetto. Come dire: lo stile non si acquista certo al supermercato.

3. Il Cesena ha fatto fatica nel primo tempo mentre nella ripresa i difensori della Juventus Next Generation hanno fatto un figurone. Però, alla fine e come accade alle squadre forti, un modo per sbloccare la gara lo si è trovato comunque: un calcio d’angolo.

4. Il segnale che arriva da questa vittoria vale probabilmente più dei tre punti: il Cesena sa aspettare, non perde la testa, non prende gol e prima o poi trova il gol. Come dire farina, burro, uova, latte e lievito: comunque li si combini verrà fuori qualcosa di buono.

5. La Juventus Next Generation non è per nulla una squadra scarsa a dispetto della classifica deficitaria (pur con due partite da recuperare). Il tasso tecnico è molto più alto rispetto alle altre in lotta per la salvezza ma manca ovviamente solo quel pizzico di esperienza per portare a casa le partite.

6. Al netto di tutto questo il Cesena ha concesso appena una occasione e mezzo (quel mezzo è arrivato al minuto 92) e per il resto ha giocato ad una sola porta. Scontato? Mica tanto.

7. Ora si rifiata per una settimana intera senza giocare – come non accadeva dalla notte dei tempi – e ci si prepara a Recanatese (attendiamo l’ennesima porcata ai danni dei tifosi), poi big match con la Torres (attenzione ai cartellini) e gran finale al Curi di Perugia. Poi è già Natale.

8. E a proposito di regali: ma quanto è bello avere un portiere che para? Mentre a Pontedera i tifosi sono disperati per il ritorno da titolare di Lewis (autodichiaratosi esperto social di questioni mediorientali) a Cesena ci godiamo un super Pisseri. Che nelle ultime due partite ha fatto quello che tutti gli chiedevano: ha portato punti al Cesena con le sue parate decisive. Una rarità negli ultimi due anni da queste parti.

9. Si chiude con la solita, immancabile, opinione impopolare. Le seconde squadre sono un’ancora di salvezza per il calcio italiano. Anche oggi in campo abbiamo visto giovani di probabile grande avvenire e l’elenco di calciatori sfornati dalla Juve Next Gen da solo ripaga gli investimenti per questa formazione.

10. Dal punto di vista del tifo certamente è poco emozionante affrontare queste squadre – va ammesso – ma visto che la regolarità del campionato ci interessa sempre tantissimo, meglio avere qualche seconda squadra in più con il bilancio in regola che le solite piazze storiche con contratti faraonici, bilanci truccati e fallimenti estivi.
tuttocesena.it



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#cesenainbolgia
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